Questa monografia ripercorre tutte le fasi della vicenda che tra il 1881 e il 1894 porteranno alla realizzazione della nuova sede governativa della Repubblica di San Marino: dalle premesse politico-culturali alla fase di valorizzazione, passando ovviamente per il processo di costruzione vero e proprio. Capitoli e settori corrispondono a momenti diversi di un'opera "a più mani", alla cui buona riuscita contribuiranno in pari misura non soltanto l'architetto e il poeta, ma anche lo scalpellino, il pittore, il fotografo... tutti egualmente impegnati nello sforzo di valorizzare l'immagine di San Marino. A cominciare dal Carducci e dalla sua notissima orazione, notiamo un'evidente sproporzione tra la minuscola scala dell'operazione e la statura dei personaggi che ne sono coinvolti: accanto a figure di maggiore spicco come l'architetto Azzurri troviamo personalità significative come il fotografo Poppi, il pittore Retrosi, gli scultori Tadolini e Golfarelli. Tutti scelti con il dichiarato intento di avere sul monte Titano quanto di meglio (o di più promettente) l'Italia potesse offrire nei singoli settori. Il ricorso all'architettura medievale (o "comunale", come ripetono i protagonisti) non rappresenta tanto un ossequio al gusto del revival allora di moda, quanto il riflesso di un progetto politico molto ambizioso che intende congiungere, idealmente e materialmente, Medioevo e presente. Nel prendere il posto del precedente, sbiadito edificio governativo, il Palazzo Pubblico diventa così la materializzazione dell'idea mitica di una "Repubblica antica e immutabile".