A cavallo tra il XVIII e il XIX secolo il mondo dell'arte subisce un profondo rivolgimento che si manifesta attraverso improvvise rotture e conseguenti regressi. In tutta Europa, e principalmente in Germania, Francia, Inghilterra e Italia, la "disintegrazione" degli schemi precedenti investe ogni campo artistico, dalla pittura all'architettura, dalla scultura ai generi cosiddetti minori. Nasce in pittura un nuovo immaginario visivo, il dipinto storico di David, il ritratto a sfondo mitologico di Runge, il paesaggio allegorico di Friedrich, il "capriccio" letterario di Füssli, per citare solo alcuni esempi. Questi artisti, e altri ancora - Flaxman, Goya e Delacroix, Canova e Blake, Piranesi e Schinkel - pur esprimendosi attraverso modalità diversissime tra loro, generatrici della disputa tra "classico" e "romantico", agiscono tutti nella convinzione di prendere parte alla nascita di un mondo nuovo. Da qui la forza di un'era nuova, da cui diparte anche la nostra modernità.