Continuano con questo volume le pubblicazioni della collana “Arca. Pittura e scrittura”, in cui l’opera di un pittore contemporaneo viene letta attraverso il confronto con un maestro della grande arte classica. Roberto Panichi, pittore lirico e vibrante, viene qui riletto accanto a Masaccio, dal quale ha ereditato l’interesse per la ricerca, il colore, la novità. Autore della rilettura di questi due artisti è Vittorio Vettori, uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, critico acuto e promotore instancabile delle arti antiche e contemporanee. “Ars nova, quella di Panichi, in che senso? Ars nova, si può rispondere, come rinnovato atto di renovatio, al di là di qualsiasi novismo, al di là anche dei volenterosi novismi neo-avanguardisti, al di là in ultima analisi della stessa ‘materia’ pur così amorosamente trattata dal Nostro nelle sue sapienti variazioni cromatiche, nelle sue velature multiple e misteriose, nella sua stratificata complessità inesauribilmente dinamica e provocatoria, in vista e in funzione di un orizzonte che è l’orizzonte eterno della Figura, della Forma, della Idea divenuta corporalmente carne e sangue nella intrepida luce dei volti e nella sicura armonia delle proporzioni. È in questa dimensione corporale di claritas e di sicurezza che si può riconoscere il segreto retroterra masaccesco (e, indirettamente, dantesco) dell’ars nova di Roberto Panichi. Per questo, credo si possa tranquillamente affermare che l’ars nova di Roberto Panichi dispone di un proprio ricchissimo retroterra, identificabile nella novità inesauribile della prodigiosa ‘presenza’ masaccesca”.