Bronzetti veneti del Rinascimento

L'arte del piccolo bronzo è una delle manifestazioni più felici del Rinascimento. Nato dalla scia della cultura umanistica, nell'amore per l'antichità, il bronzetto affascinò subito gli appassionati studiosi e i mecenati.
Se gli inizi del piccolo bronzo si possono ravvisare nella seconda porta del Battistero fiorentino - quella del Ghiberti - l'arte conquisterà la propria autonomia nel Nord Italia, col soggiorno di Donatello a Padova. Dalla sua officina escono infatti Niccolò Pizzolo e Bartolomeo Bellano, aiuti nell'ancona del Santo, poi scultori indipendenti.
Andrea Briosco, detto il Riccio, è certo uno dei più prodigiosi modellatori in cera. I suoi piccoli soggetti posseggono una freschezza e una energia acuta e pungente. Dal Riccio in poi gli scultori in bronzo si affollano: Desiderio da Firenze, Tullio Lombardo, Francesco da Sant'Agata, Alessandro Leopardi, Maffeo Oliviero e Paolo Savin moltiplicano i soggetti nel gusto rinascimentale, fino all'arrivo a Venezia di Jacopo Sansovino. Allora il piccolo nudo di linea ellenistica diventa di moda; ed è necessario che appaia Alessandro Vittoria per caratterizzarlo, con sapienza manieristica, di un elegante realismo. E dopo il Vittoria vengono il Cattaneo, il Minio, l'Aspetti, il Campagna e il Segala.
L'arte dei piccoli bronzi, rinvigorita dagli stilemi del Vittoria, si allarga infine a un gruppo di artisti i quali creano, fra Padova e Venezia, una nuovissima serie di opere, ricche di una serrata coerenza di stile.
Questo volume raccoglie quindi le opere della grande scuola padovano-veneziana in un seguito di capolavori che testimoniano alla vitalità dell'Umanesimo veneto.