Ludovico Carracci (1555-1619), salutato da Carlo Cesare Malvasia nella Felsina Pittrice come il capofila incontestato della scuola bolognese, ha conosciuto un lungo purgatorio. Alcune delle sue opere sono state perfino confuse con quelle di Caravaggio e del cugino e allievo Annibale Carracci, dalla cui gloria è stato eclissato. Nel corso degli ultimi vent’anni, la ricostituzione della sua opera dipinta e grafica ha consentito di restituirgli il giusto posto nell’evoluzione della pittura moderna. La sua prima maniera, che lascia trasparire un naturalismo spontaneo al di là di un’eredità neo-manierista, cede il posto, intorno al 1590, a un linguaggio assolutamente originale, tra eleganza stilizzata ed espressionismo misurato. Il ruolo del disegno è fondamentale nel suo processo creativo: varietà delle tecniche, freschezza dell’invenzione, dinamismo delle composizioni apportano al suo corpus grafico una seduzione insolita apprezzata fin dal XVIII secolo dai più grandi collezionisti. Il fondo del Louvre, che conserva alcuni dei suoi capolavori, permette di apprezzare pienamente tutte le sfaccettature della sua arte. L'autore: Catherine Loisel ha consacrato la maggior parte delle sue ricerche ai disegni romani e bolognesi. Scoprendo e pubblicando numerosi fogli inediti di Ludovico, Agostino e Annibale Carracci, ha contribuito a dare una nuova interpretazione della loro opera.