"Sono stati il romanticismo e la litografia" ha scritto Henri Focillon "a rendere popolare il capolavoro di Leonardo. Sono stati gli uomini di quel tempo a insegnarci l'ermetico fascino di quell'enigma che siamo abituati a leggere senza decifrarlo." Con l'estetismo britannico, LaGioconda entra nel registro fantastico, il mito romantico della femme fatale si trova associato a Monna Lisa e al suo sorriso. Bisognerà aspettare il XX secolo e il furto del quadro nel 1911 perché La Gioconda venga esposta alle insolenti manipolazioni del kitsch: dagli "attentati estetici" dei dadaisti all'associazione della sua immagine con dentifrici, aperitivi, preservativi... E ci saranno anche i detrattori: Bernard Berenson tirerà un sospiro di sollievo alla notizia del furto, il giovane Roberto Longhi definirà la dama del ritratto "una pallida pagnottella". E André Chastel, percorrendo mito e dissacrazione, trova un affascinante inconveniente: Monna Lisa non esiste.