Nella scultura dell'Italia del XVIII secolo, divisa in regioni dominate da potenze diverse, si perpetuano le tradizioni locali: al di là delle forme artistiche peculiari di ogni singola regione, si avverte però una comnume evoluzione che dalla grandiosità barocca del Seicento condurrà all'intimismo borghese dell'Ottocento, passando attraverso le forme artistiche conosciute con le denominazioni di Rococò, Barocchetto, Settecentismo. Tali termini appaiono tuttavia "generici e sfumati", e "ci si accorge che sotto l'apparenza, il più delle volte smagliante,… vivono e s'esprimono spiriti irrequieti, spesso perfino inquietanti, e che alcune opere… toccano perfino le vette di un nuovo "sublime", la cui teorizzazione d'altronde proprio in quest'epoca viene ripresa e modernizzata in senso sentimentale e preromantico". Altrettanto nuovo è l'interesse crescente per gli aspetti del costume e della vita quotidiana, interesse che si esprime nei generi del presepe napoletano, delle "Casacce" liguri, delle sculture venete da giardino. Lo studio di Antonia Nava Cellini si pone come un quadro completo in cui vengono illustrati tutti i generi trattati dagli scultori e dai plasticatori del Settecento. Generi che costituiscono uno specchio delle tendenze, delle correnti e dei valori che sono alla base dell'evoluzione storico-sociale di un secolo che, dopo la fine della "passione barocca", ha visto la nascita e l'affermazione dell'Illuminismo, la ricerca di un nuovo Classicismo e, col sorgere degli ideali preromantici, ha preparato l'avvento della società borghese.