Museo d'Arti Applicate. Gli avori

La collezione dei materiali in avorio e osso, conservati nel Museo d'Arti Applicate al Castello Sforzesco, occupa un posto preminente in relazione alle raccolte collaterali, tale da essere considerata fra le più importanti sul piano mondiale.
Parte degli avori, particolarmente i più antichi, sono noti e più volte hanno costituito oggetto di pubblicazioni; ma Oleg Zastrow ha il merito di averli esaminati come se non fossero mai stati presi in considerazione. Senza lasciarsi influenzare da precedenti giudizi, l'autore è arrivato a conclusioni talvolta sconvolgenti, che hanno spostato le cronologie o assegnato inattese aree di fattura.
Inoltre, gran parte degli avori, particolarmente del Settecento e dell'Ottocento, sono qui presi in esame per la prima volta.
Questo eccezionale complesso di elaborati eburnei, poco meno di duecento, è pervenuto al Museo, in massima parte, grazie al mecenatismo di privati cittadini.
Cospicuo il gruppo di avori acquisito nel 1889 dal Museo Archeologico di Brera e che comprende preziosi dittici e pregevoli tavolette tardoromani e medievali, appartenuti alla collezione del pittore Giuseppe Bossi, già segretario dell'Accademia di Belle Arti di Brera.
I pezzi contenuti nella raccolta del Museo d'Arti Applicate sono, nella loro totalità, pressoché originali.
La successione cronologica degli acquisti, delle donazioni e dei lasciti, questi ultimi di gran lunga più numerosi, è riprodotto per sintesi nell'Appendice e testimonia come, nel tempo, si sia venuta formando questa collezione.