TOGLIATTI. UN UOMO DI FRONTIERA.

Un tempestoso romanzo che attraversa le vicende politiche che hanno impresso il loro marchio sulla faccia del secolo, dalla ventata del socialismo rivoluzionario all'ombra cupa dei fascismi, dalla lotta per la successione a Lenin alle purghe del regime staliniano, dalla Resistenza e dalla Liberazione alla Guerra fredda... Così è stata descritta la parabola di Palmiro Togliatti ricostruita in questa biografia tanto rigorosa quanto di taglio divulgativo e piacevole lettura, frutto di sette anni di ricerca e di una documentazione di prima mano resa possibile dalla consultazione di archivi prima inaccessibili, come quelli dell'ex PCI aperti soltanto dal 1989, e quello dell'Internazionale comunista, aperto dal 1991. Ad emergerne, nei suoi tratti pubblici e privati, è la figura di un colto piccolo borghese nutrito di letture liberali, da Einaudi a Salvemini, che contro il fascismo fece una scelta rivoluzionaria. Un quadro di primo piano del Comintern che nei suoi diciotto anni di esilio condivise la responsabilità di dirigere il movimento comunista internazionale e seppe uscire indenne dalle ondate repressive di Stalin contro gli oppositori interni e i supposti nemici annidati nei partiti comunisti europei. Un uomo che credette fino all'ultimo nella superiorità del modello sovietico, del socialismo realizzato sulla società occidentale, ma che seppe dare un contributo fondamentale alla nostra carta costituzionale e fece del PCI il più importante partito comunista nel blocco atlantico, inserito nel gioco democratico. Il saggio di Agosti è forse l'unico lavoro scientifico pubblicato fino ad ora (e qui riproposto in una nuova edizione ampliata) su una figura così complessa e cruciale per la storia del Paese, dalla cui lettura emergono infatti, insieme alla sua personalità di raffinato intellettuale e alla sua statura di dirigente politico, le molte contraddizioni di un 'uomo di frontiera' tra due mondi spesso contrapposti.