Apocalisse. L'ultima rivelazione

I più importanti artisti mondiali attivi tra il IV e il XX secolo interpretano l’Apocalisse di san Giovanni

Gli artisti più famosi al mondo illustrano l’ultimo libro del canone cristiano, che nelle edizioni cattoliche della Bibbia va sotto il nome di Apocalisse di Giovanni, per il suo linguaggio enigmatico e per la fantasmagoria di immagini e di simboli. Oltre cento opere, tra prestiti di codici, pitture su tavola lignea, pitture su tela, sculture, oggetti di oreficeria, incisioni e disegni, ordinate secondo una struttura corrispondente alla successione dei capitoli del libro biblico.
Dall’Apocalypsis in figuris di Albrecht Dürer a San Pietro in prigione di Rembrandt van Rijn da Asunción de la Virgen di El Greco fino ad arrivare a opere come Apocalisse, 22 litografie bianco e nero, colorate a mano di Giorgio de Chirico e L’Hostie di Salvador Dalì. Non mancano nomi come Beato Angelico, Hieronymus Bosch, Bruegel, Lucas Cranach, Kandinsky, Rembrandt, Tiepolo, Van Gogh, Zurbaran e molti altri, insieme a una serie preziosissima e molto antica di icone delle Chiesa russe e greche. Di notevole importanza è l’icona con la visione apocalittica, proveniente dal Sacro Monastero di San Giovanni Teologo a Pathmos: il luogo dove l’Apostolo, in esilio, ebbe da Cristo la rivelazione sul destino del mondo.
Nel corso dei secoli l’Apocalisse è stata genialmente e copiosamente rappresentata dai più alti e raffinati ingegni della storia dell’arte, della letteratura, della musica e questo perché si tratta di un libro molto particolare. È infatti il libro della Speranza cristiana. Il veggente di Patmos, Giovanni, interpreta infatti la situazione difficile in cui si trovano i credenti perseguitati volgendo lo sguardo a Cristo. Egli, che ha vinto il mondo e il male morendo sul legno della croce, garantisce esito di eterna beatitudine ai giusti, nonostante l’apparente e temporaneo successo delle forze negative che tormentano la storia.